Il Consiglio “Affari Esteri” (Commercio) ha conferito alla Commissione Europea il mandato a negoziare il Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP) con un atto risalente al 14 giugno 2013; le negoziazioni si protraggono da quel periodo. Al termine delle negoziazioni il TTIP dovrebbe esser suddiviso in tre pilastri: accesso al mercato, cooperazione in campo normativo e norme. Dal 27 al 29 aprile 2016, a New York, si è svolto l’ultimo round dei negoziati – il penultimo prima dell’estate – tra i rappresentanti della Commissione (Direzione Generale Commercio) e dell’Office of the United States Trade Representative. Il capo dei negoziatori europei, Ignacio García Bercero, al termine degli incontri, riferendo alla stampa sugli obiettivi, ha parlato della necessità di consolidare il maggior numero possibile di testi relativi alle aree su cui i negoziatori si fossero già espressi.
Argomento di discussione del round sono state anche le disposizioni sulle dogane e sulla facilitazione agli scambi, nonché il capitolo sulle piccole e medie imprese. È la prima volta che l’Unione Europea dedica alle PMI un apposito capitolo all’interno di un accordo commerciale internazionale. La circostanza che un tale complesso di disposizioni possa effettivamente consentire agli operatori economici europei di piccole dimensioni di accedere allo sconfinato mercato americano, traendo vantaggio dall’accordo, potrebbe arginare le critiche mosse al TTIP da molte parti: tra tutti, il Presidente della Repubblica francese Hollande, che all’inizio di maggio ha dichiarato che la Francia, allo stato dell’arte, rifiuterebbe di concludere l’accordo. Queste opinioni sono state espresse a margine della pubblicazione, da parte della sezione olandese dell’associazione ambientalista Greenpeace, di 248 pagine di testi di negoziazione definiti da Greenpeace “segreti”. Si tratta di testi consolidati, ossia di documenti che organizzano in maniera sistematica le posizioni negoziali di entrambe le parti rispetto ad un dato argomento, ma non sono il risultato del dialogo USA-UE.
Il grado di trasparenza nella elaborazione dei testi negoziali, incluso il coinvolgimento dei soggetti su cui gli effetti del TTIP ricadranno, è senz’altro uno dei punti cruciali del procedimento di formazione dell’accordo. Al riguardo va citato un accordo intervenuto a dicembre 2015 tra la Direzione Generale Commercio e la Commissione per il Commercio internazionale del Parlamento Europeo (INTA), l’Operational Arrangements for access to TTIP-related Documents between INTA Committee and DG TRADE, grazie al quale tutti i membri del Parlamento Europeo possono avere accesso ai documenti sul TTIP. Questo accordo prevede che i documenti classificati come restreint ue/eu restricted, possono essere consultati esclusivamente in una cosiddetta reading room, ove non è possibile estrarre copia ma solo prendere appunti. A partire dal 30 maggio 2016 l’accesso ai documenti è consentito alle stesse condizioni anche ai parlamentari italiani e ai funzionari governativi, presso il Ministero dello Sviluppo Economico. La Direzione Generale per il Commercio ha pubblicato una bozza di uno studio indipendente (Ecorys) sull’impatto del TTIP. Tale studio è accessibile al pubblico e tutti i soggetti interessati sono chiamati ad esprimere il proprio al fine di collaborare alla sua formulazione definitiva, attesa per fine 2016. Potrebbe trattarsi di un tentativo di minimizzare le critiche ricevute sul fronte della trasparenza dei negoziati, nonché di ricondurre questo scontro ad un sistema dialogico. Un tentativo debole.
[ha collaborato Giulia Rizzello]